Qual è il materiale isolante preferibile per realizzare il cappotto termico?
I prodotti disponibili sul mercato sono tanti e la scelta non è facile. Servono criteri di valutazione oggettivi. Per avere un’idea della complessità della materia è sufficiente sfogliare un qualunque prezziario regionale.
Alla voce “materiali isolanti” o “isolamento termico” è sempre presente una vasta gamma di prodotti che spaziano da quelli leggeri e sintetici, come ad esempio il polistirolo, a quelli “pesanti” e di origine naturale, come i pannelli in sughero, fino anche a quelli di ultima generazione, i cosiddetti rasanti “nanotecnologici”.
In mezzo c’è una miriade di varianti, che si differenziano non solo per le caratteristiche tecniche, ma anche per i costi.
La scelta deve essere sempre effettuata con l’aiuto di un tecnico di fiducia, in funzione soprattutto delle caratteristiche dell’immobile.
Poi, in fase di esecuzione, sarà importante controllare che il materiale “messo a capitolato” corrisponda davvero con quello posto in opera, soprattutto se ci sono di mezzo i bonus fiscali.
Il cappotto termico
Il cappotto termico rappresenta ancora oggi, nonostante sia stato introdotto in edilizia oltre trent’anni fa, il sistema di coibentazione più economico, più semplice e più efficace da realizzare sui fabbricati esistenti.
Consiste in un rivestimento delle facciate con appositi pannelli rigidi che, se ben posati, hanno molteplici funzioni. Anzitutto evitano le dispersioni energetiche in inverno, poi migliorano le prestazioni estive, ovvero contribuiscono a tenere freschi gli ambienti. Inoltre, se il materiale è idoneo, aumentano anche l’isolamento acustico.
Nonostante i bonus fiscali ne abbiano incentivato molto l’impiego, le stime dicono che ancora la stragrande maggioranza degli edifici possiede classi energetiche basse o molto basse. Pertanto è verosimile presagire, grazie anche alle direttive europee di recente emanazione, che la realizzazione del cappotto termico rappresenterà l’intervento edilizio che andrà per la maggiore nei prossimi anni.
Le variabili da considerare nella scelta
Quando si decide di realizzare un intervento di isolamento a cappotto occorre prendere in esame numerose variabili, che assumono significato solo se combinate opportunamente tra loro.
Ad esempio ha poco senso considerare solo il prezzo, perché un isolante molto economico potrebbe presentare un basso valore di trasmittanza e quindi richiedere spessori molto elevati.
Viceversa non ha senso nemmeno orientarsi, senza compiere le dovute valutazioni, verso materiali di ultima generazione, quelli che con pochi millimetri, a detta dei produttori, dovrebbero risolvere tutti i problemi.
Quindi bisogna sempre effettuare scelte ponderate, che tengano conto un po’ di tutti i fattori e diano la giusta importanza anche alla presenza delle certificazioni.
Tre isolanti a confronto: polistirene, lane e nanotecnologie
Consultando il prezzario DEI “Recupero, Ristrutturazione, Manutenzione” del 1° semestre 2022, nel capitolo “isolamento termico di parete interna e esterna”, tra le tante, sono presenti le seguenti voci che, a partire da un determinato materiale isolante, dettagliano la sequenza di posa in opera e i materiali complementari necessari per realizzare il cappotto:
1 – Lana di roccia mono densità, in pannelli posti in opera per cappotto ETICS, rivestiti sul lato esterno con idoneo primer, con resistenza a compressione > 20 kPa, resistenza a trazione 7,5 – 10 kPa, provvisto di ETA, rispondente ai CAM (Criteri Ambientali Minimi), classe reazione al fuoco A1, conducibilità termica λD ≤ 0,035 W/mK, completo di intonaco sottile armato con rete in fibra di vetro antialcalina del peso ≥ 140 g/m2, dimensioni di 600 × 1.000 mm, escluso rivestimento di finitura adeguato all’ETA del produttore del sistema: Spessore 40 mm, 67,06 €/m2.
2 – Polistirene espanso sinterizzato EPS bianco conforme alla norma UNI EN 13163, avente valore di conducibilità termica λD compreso tra 0,035 e 0,037 W/mK, resistenza a trazione ≥ 100 KPa, euroclasse di reazione al fuoco E secondo EN 13501-1, rispondente ai criteri CAM (Criteri Ambientali Minimi), in pannelli posti in opera per isolamento termico a cappotto.
Il sistema a cappotto, posato su pareti esterne già preparate, provvisto di ETA, è costituito da adesivo minerale ad elevate prestazioni, fissaggio meccanico eseguito con idonei tasselli, successiva rasatura eseguita in due mani con idoneo rasante, con interposta rete in fibra di vetro antialcalina del peso ≥ 140 g/m2, dimensioni pannelli 1.000 × 500 mm, compresi rinforzi diagonali in rete presso le aperture, nastri autoespandenti sigillanti, rinforzi di paraspigolo, gocciolatoi, compreso primer e rivestimento di finitura adeguato all’ETA del produttore del sistema: Spessore 80 mm, 87,84 €/m2.
3 – Cappotto termico a basso spessore mediante applicazione di primer fissativo a base di silicati alcalini, applicazione a spatola di rasante termico in due mani composto da miscela prodotta con nanotecnologica con microsfere ceramiche a granulometria variabile ad elevata traspirabilità, impermeabilità e resistenza all’umidità, spessore 5 mm, provvisto di ETA, inclusa rete di armatura in fibra di vetro antialcalina del peso ≤ 160 g/m2, conducibilità termica λ = 0,002 W/mK, esclusi preparazione delle superfici e rivestimento finale adeguato all’ETA del produttore del sistema da pagarsi a parte: 129,61 €/m2.
Le 3 voci di capitolato sopra riportate dimostrano:
– che le prestazioni termiche “specifiche” del polistirene e della lana di roccia e i relativi costi, sono pressoché paragonabili;
– che il rasante nanotecnologico presenta una conducibilità inferiore di un ordine di grandezza rispetto agli altri due materiali (quindi risulta molto più performante), a fronte di un costo circa doppio.
Occorre considerare tuttavia che uno studio svolto dalla Fondazione Ordine ingegneri della Liguria ha messo in discussione, tramite prove “dal vero”, le effettive prestazioni di alcuni di questi materiali nanotecnologici.