Proroga bonus edilizi in manovra: cosa resta per le imprese?
Il ddl di Bilancio posticipa al 2027 la scadenza di Ecobonus e Sismabonus, prevedendo tagli che interessano soprattutto le società, lasciando ancora qualche spazio di risparmio.
Col finire del 2024 il panorama dei bonus edilizi cambierà profondamente, almeno rispetto a come lo abbiamo conosciuto negli ultimi anni. Un cambiamento dunque, non una fine.
Legge di Bilancio 2025: come cambiano i bonus edilizi
Il Superbonus, infatti, rimarrà attivo per un altro anno, almeno per chi ha già iniziato i lavori ed è una persona fisica. Ma neanche chi non è una persona fisica rimarrà a bocca asciutta.
L’Esecutivo, infatti, ha approvato il disegno di Legge di Bilancio per il 2025, inserendo al suo interno delle norme che prorogano i due bonus che le imprese possono sfruttare per realizzare lavori sui propri immobili alleggerendo il costo degli stessi, vale a dire Ecobonus e Sismabonus.
Se dette disposizioni saranno approvate, dunque, tali soggetti potranno detrarre le spese per gli interventi edilizi almeno fino al 2027. Tuttavia, le due misure agevolative saranno depotenziate, considerando anche che nella bozza è prevista una maggiorazione che scatta però solo in alcuni casi, nei quali difficilmente le imprese possono rientrare, come vedremo.
Resta in vigore, invece, anche per tutto il 2025, il bonus previsto per gli interventi in grado di superare le barriere architettoniche che ostacolano l’accesso a persone con disabilità, anche se accedervi richiede la realizzazione di interventi molto “puntuali”.
Il futuro di Ecobonus e Sismabonus
Attualmente, l’Ecobonus (DL 63/2013, art. 14) presenta percentuali variabili in base al tipo di intervento realizzato, cosicché la sua aliquota detrattiva va dal 50% fino al 65% quando a fruirne sono imprese e società. Simile è il quadro normativo del Sismabonus (DL 63/2013, art. 16), che prevede “sconti” che vanno dal 50% all’80% in base al livello di miglioramento sismico conseguito dall’intervento realizzato. Tutto ciò, almeno, fino al 31 dicembre 2024.
Se le norme abbozzate nel disegno di legge vedranno la luce, infatti, dopo tale data sarà ancora possibile fruire di entrambe le detrazioni, ma la misura della loro aliquota sarà fissa, senza, dunque, alcun meccanismo di “premio”, mentre i due bonus usciranno dall’ordinamento il 31 dicembre 2027.
Chi percepisce redditi d’impresa potrebbe allora tirare un respiro di sollievo, avendo più tempo a disposizione per pianificare l’esecuzione di interventi edilizi su propri immobili senza rinunciare alla possibilità di ottenere qualche detrazione fiscale.
La riduzione delle aliquote
Il maggiore tempo a disposizione, però, impone alle imprese di mettere in atto dettagliate valutazioni di convenienza. Infatti, come accennato, la bozza di manovra finanziaria prevede comunque un forte taglio a entrambe le misure a partire dal 2025.
Nel dettaglio, cioè, tanto l’Ecobonus quanto il Sismabonus offriranno, in base al disegno di legge, una detrazione pari al 36% per le spese sostenute nel 2025 e pari al 30% per quelle sopportate negli anni 2026 e 2027.
Per quanto si tratti di percentuali inferiori a quelle previste per il 2024, queste permettono comunque il conseguimento di un risparmio fiscale non indifferente, cosicché varrà la pena valutare se si rientra o meno nella possibilità di accedere alle detrazioni. La riduzione dell’aliquota, unita alla prudenza che bisogna adottare (considerata l’impossibilità di sapere se le norme in versione bozza confluiranno nel testo definitivo della Legge di Bilancio), rendono delicate le valutazioni che imprese e società devono mettere atto. Infatti, affrettarsi a concludere i lavori entro il 31 dicembre prossimo potrebbe assicurare una detrazione più “generosa”, ma nel caso in cui ciò non fosse possibile o mettesse a rischio la corretta esecuzione dei lavori, è bene tenere a mente che le intenzioni del legislatore sono quelle di non far “scomparire” i bonus nel 2025, ma solo di variarne l’ammontare.
Il potenziamento non vale per le imprese
Le nuove probabili proroghe dell’Ecobonus e del Sismabonus rappresentano, insomma, un buon salvagente per le aziende, anche se il disegno di Legge di Bilancio non sembra “spingere” su tali tipi di beneficiari, prevedendo un rialzo delle percentuali che di fatto interessa solo le persone fisiche. La bozza di manovra, infatti, aumenta le aliquote fisse appena richiamate al 50% per il 2025 solo a condizione che gli interventi edilizi meritevoli delle detrazioni siano eseguiti su immobili adibiti ad abitazione principale del beneficiario.
Tale “potenziamento”, però, evidentemente non riesce a riguardare il caso in cui il committente dei lavori sia una società, considerato che si tratta di soggetti giuridici che non dispongono di prime o seconde case.
Il Bonus Barriere
In definitiva, col finire del 2024 le imprese non vedranno – prevedibilmente – sfumare la possibilità di accedere all’edilizia agevolata, e non solo per via della proroga di Ecobonus e Sismabonus. Ciò perché il disegno di Legge di Bilancio non intacca uno dei bonus più vantaggiosi previsti dal nostro ordinamento, vale a dire il c.d. Bonus Barriere, anch’esso fruibile anche da percettori di reddito d’impresa.
Regolata dall’art. 119-ter del DL 34/2020, infatti, tale detrazione è in vigore fino al 31 dicembre 2025, e prevede l’applicazione di un’aliquota particolarmente elevata rispetto alle altre richiamate, pari cioè al 75%, da calcolarsi su massimali di spesa differenziati in base al tipo di immobile su cui si interviene.
Tuttavia, le tipologie di lavori edili per la realizzazione dei quali è possibile fruire di tale bonus sono poche e molto specifiche. Il co. 1 dell’art. 119-ter, infatti, come modificato dal DL 212/2023, prevede che gli interventi che rendono i luoghi più accessibili per le persone con disabilità possono dare diritto al Bonus Barriere se hanno ad oggetto “esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici”.
Quello che resta dell’edilizia agevolata per imprese e società, una volta superata la fatidica (e sempre più vicina) data del 31 dicembre 2024, dipenderà allora fortemente da un’attenta progettazione tecnico-edilizia e giuridico-fiscale dei lavori che si intendono eseguire.