La parte dell’edificio che si trova a contatto diretto con il terreno è costantemente esposta all’umidità, sia quella proveniente dalle precipitazioni meteoriche sia quella derivante dalle falde acquifere o dall’acqua presente nel sottosuolo. Questa umidità, attraverso fenomeni di capillarità, tende a risalire nei materiali edili come calcestruzzo, laterizi e pietre, tutti caratterizzati da una certa porosità.

Il risultato è un progressivo deterioramento delle superfici murarie e un aumento del rischio di muffe, condensa e infiltrazioni. Se non si interviene in modo tempestivo e adeguato, questi fenomeni possono rendere gli ambienti interrati malsani e poco funzionali, oltre a ridurre l’efficienza energetica complessiva dell’edificio.

Tecniche efficaci per impermeabilizzare i muri controterra

Quando si parla di impermeabilizzazione dei muri controterra, le tecniche attuabili si dividono in due categorie: gli interventi dall’interno e quelli dall’esterno. La scelta dell’approccio dipende da vari fattori, come ad esempio l’entità del problema, la fase di costruzione dell’edificio (nuova costruzione o ristrutturazione di edificio esistente), le condizioni al contorno e quelle specifiche del terreno.

Guida all’impermeabilizzazione interna dei muri interrati

L’impermeabilizzazione dall’interno è spesso adottata nei casi in cui non sia possibile accedere all’esterno della muratura, ad esempio in edifici già esistenti. Questa tecnica prevede l’applicazione di materiali impermeabilizzanti direttamente sulla superficie interna dei muri, con l’obiettivo di creare una barriera contro l’umidità o l’ingresso dell’acqua.

Il processo di impermeabilizzazione interna si sviluppa in più fasi:

  • Preparazione del muro: è fondamentale eliminare qualsiasi traccia di intonaco degradato, muffe o sali cristallizzati. La superficie deve essere pulita accuratamente, spesso mediante idrolavaggio ad alta pressione.
  • Applicazione di cementi osmotici: questi materiali, grazie alla loro capacità di penetrare nei pori dei muri, creano una barriera impermeabile ma traspirante.È importante rispettare i tempi di asciugatura tra una mano e l’altra per garantire un risultato ottimale.
  • Stesura dell’intonaco finale: a conclusione del lavoro, si applica un intonaco idrorepellente che aiuta a regolare l’umidità interna e prepara la superficie per la tinteggiatura.

Nonostante la relativa semplicità di esecuzione, la tecnica esemplificata richiede grande attenzione nella scelta dei materiali e nelle modalità di applicazione. Un lavoro approssimativo può portare a una rapida ricomparsa del problema.

Strategie per l’impermeabilizzazione esterna dei muri controterra

L’impermeabilizzazione dall’esterno, invece, è la soluzione ideale per le nuove costruzioni o per gli interventi radicali su edifici esistenti. Si tratta di un lavoro più invasivo, poiché richiede lo scavo attorno alle murature fino alle fondazioni, ma offre una protezione più duratura e completa.

Le fasi principali di questo tipo di intervento includono:

  • Scavo e preparazione: il terreno viene rimosso per esporre completamente la muratura controterra.
  • Creazione di un sistema di drenaggio: nei terreni particolarmente umidi, è essenziale installare sistemi di drenaggio per ridurre la pressione idrostatica sulle pareti.
  • Applicazione di guaine impermeabilizzanti: queste possono essere in bitume, PVC o altri materiali specifici, e vengono posate in modo da garantire una completa adesione alla superficie muraria.
  • Protezione della guaina: spesso si utilizzano pannelli protettivi per evitare danni durante il reinterro del terreno.

La progettazione e l’esecuzione di questo genere di interventi devono essere curate nei minimi dettagli, considerando le caratteristiche del terreno e le esigenze specifiche dell’edificio.

Materiali fondamentali per un’impermeabilizzazione efficace

La scelta dei materiali è un aspetto cruciale per garantire l’efficacia dell’intervento. Tra i prodotti più comunemente impiegati troviamo:

  • Cementi osmotici: ideali per impermeabilizzazioni interne, offrono un’ottima combinazione di impermeabilità e traspirabilità.
  • Membrane bituminose: resistenti e versatili, sono spesso utilizzate per impermeabilizzazioni esterne.
  • Teli bentonitici: particolarmente efficaci in presenza di forti pressioni idrostatiche, questi materiali si espandono a contatto con l’acqua, sigillando eventuali fessure.
  • Sistemi di drenaggio: fondamentali nei terreni umidi, contribuiscono a ridurre la pressione idrostatica sulle pareti.

Ogni materiale ha caratteristiche specifiche che lo rendono più o meno adatto a determinate situazioni.

Per questo, è indispensabile affidarsi a professionisti esperti in grado di valutare le condizioni del sito e scegliere le soluzioni più appropriate.

Un intervento ben eseguito di impermeabilizzazione dei muri controterra offre infatti numerosi vantaggi, tra cui:

  • Maggiore durabilità delle strutture murarie, grazie alla riduzione dei fenomeni di degrado.
  • Miglioramento delle condizioni igieniche degli spazi interrati, che diventano salubri e utilizzabili.
  • Incremento dell’efficienza energetica dell’edificio, poiché si riducono le dispersioni termiche legate alla presenza di umidità.
  • Valorizzazione dell’immobile, grazie a interventi che ne aumentano la qualità complessiva.

Importanza dell’impermeabilizzazione nei muri interrati

L’impermeabilizzazione dei muri controterra non è un aspetto che può essere trascurato nella progettazione e nella manutenzione degli edifici.

Che si tratti di prevenire danni strutturali, migliorare il comfort abitativo o aumentare il valore dell’immobile, intervenire in modo tempestivo e con le giuste soluzioni è sempre la scelta migliore.

Per ottenere risultati duraturi, è fondamentale affidarsi a tecnici specializzati e utilizzare materiali di alta qualità. Solo così è possibile proteggere efficacemente le murature controterra, garantendo la sicurezza e il benessere dell’edificio nel tempo.