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Per imprese e società l’ultima chance di agevolare ristrutturazioni e altri interventi edilizi con le detrazioni fiscali dipende a stretto giro dalle tecnologie costruttive impiegate in cantiere.

I tempi per beneficiare del Sismabonus (dl 63/2013, art. 16 e ss.) e dell’Ecobonus (dl 63/2013, art. 14) si fanno infatti sempre più stretti, e tali tipologie di beneficiari non potranno più fruirne a partire dal 1° gennaio 2025, quando le due detrazioni non saranno più in vigore, lasciando i percettori di redditi d’impresa a bocca asciutta, senza più bonus a disposizione.

Tuttavia, l’impiego di alcune specifiche “strategie” di natura tecnica, come il ricorso a strutture prefabbricate, può salvare la situazione, accorciando i tempi di realizzazione degli interventi senza per questo rinunciare alla qualità delle opere e a conseguire i risultati di efficientamento energetico e sismico richiesti dalle norme entro i prossimi 6 mesi.

La fretta di chiudere i lavori entro l’anno, infatti, è molto concreta per le imprese, poiché se ai beneficiari che sono qualificabili come persone fisiche si applica il c.d. “criterio di cassa”, ai percettori di redditi d’impresa di applica invece il c.d. “criterio di competenza”.

Nel dettaglio, i bonus edilizi vanno ad alleggerire le “spese sostenute”, ma per imprese e società ciò non significa che fa fede il momento in cui sono pagate le fatture per l’esecuzione dei lavori da esse commissionati, ma piuttosto il contrario, cosicché ad essere agevolabili sono solo le prestazioni ultimate entro il 2024.

Di fronte a un simile scenario, e soprattutto nei casi in cui i cantieri in cui si realizzano opere agevolabili siano stati aperti di recente o siano ancora da inaugurare, le alternative sono due: accettare che gran parte delle lavorazioni non potranno essere completate entro l’anno, con la conseguenza di vedere ridotto drasticamente l’importo del risparmio fiscale conseguibile, oppure “affrettarsi”, nel tentativo di concludere le opere o almeno la loro maggior parte. Ma nel secondo caso, la qualità dei lavori non può essere lasciata indietro, poiché da questa può tra l’altro dipendere anche il rispetto dei requisiti tecnici imposti dalle norme e dunque la corretta spettanza dei bonus.

Pertanto, le tecnologie costruttive adottate possono fare la differenza tra una pratica edilizia efficiente e una “fuori tempo”. Il ventaglio delle possibilità presenti sul mercato è molto ampio, e le valutazioni devono essere ben ponderate sul piano tecnico, e anche su quello dei costi. Non solo perché, in senso assoluto, i costi generali dell’intervento si ripercuotono sul piano delle disponibilità finanziarie, ma anche perché i prezzari ufficiali da seguire variano in base alle regioni e non è detto che in tutti sia presente lo specifico prodotto o sistema costruttivo.

Quando si tratta di far presto la tecnologia costruttiva più nota è quella delle case in legno totalmente o parzialmente prefabbricate, che offrono vantaggi esecutivi e rappresentano anche strumenti di “edilizia green”. I materiali, però, provengono spesso dall’estero, cosicché tali tipi di prefabbricati andranno valutati attentamente in relazione ai reali tempi di fornitura e ai costi dei prodotti necessari per portare “al finito” l’opera. In ogni caso, occorre ricordare che qualunque materiale da costruzione deve essere certificato ai sensi del Regolamento (UE) n. 305/2011 e deve rispettare specifiche norme di prodotto, dunque ogni progetto e ogni cantiere deve essere valutato nelle sue particolarità tecniche e temporali, per evitare anche discutibili determinazioni a cura dei professionisti di “nuovi prezzi” non presenti nei richiamati prezzari ufficiali o DEI.